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FRANCESCA MARIOTTI

Stelle senza lato

"Erano mille capriole / senza tregua nel vuoto. / Pensavi, cosa vuole / la vita, per essere fermata. / Era forse il sole / che non finisce, o un gioco / che non ha parole? /...Erano mille coriandoli, / festa di sbieco, / era camminare cieco / e non arrivare alle pupille / dei tuoi occhi. Toccavo stelle / senza lato. Corpo di sapone."

Brigitta Rossetti, poetessa e artista, già in queste sue poche rime, di qualche anno fa, racchiudeva quella che è la sua immaginazione artistica odierna. Le parole da lei utilizzate danno nome ad alcune delle immagini ricorrenti nella sua arte: le farfalle, i coriandoli variopinti, il cielo, le stelle e il volo. In lei molto ritorna dell'insegnamento fantasioso e onirico di Mirò e di Chagall.

La sua tavolozza si ispira sempre ad una immaginosa poetica, fluida ed elegante espressione di un istante della vita dell'artista stessa, risonanza di un sogno o storia meravigliosa raccontata a se stessa. Il mondo Orientale è il "Paese incantato" in cui meglio trovano ambientazione o riferimenti le sue fantasie, il luogo della favola, in cui tutto può essere creato e messo in relazione.

E il colore è il mezzo utilizzato per confezionare costumi magici ai personaggi ed agli oggetti di questo suo Universo, in cui vivono e danzano creature indefinite e indefinibili che solo la sensibilità istintiva e primaria della nostra mente riesce a cogliere.

Il fatto stesso che tutto sia avvolto da un moto continuo e da un cielo fluido e rarefatto, in cui le tonalità del grigio accolgono e accentuano le direzioni del volo, bene ci fa comprendere la sua capacità tecnica e la padronanza coloristica della sua tavolozza.

La sua pittura risulta così essere generazione, creazione, più che costruzione, o forse meglio è generazione in quanto sa essere costruzione, in quanto cioè sa attraversare i territori insidiosi della forma senza farsene catturare. L'opera è il risultato di un fatto espressivo "istintivamente pensante" dell'artista che trasforma e arricchisce le forme della realtà declinandole in mille modi diversi, tutti espressione di diverse visioni del mondo, confermandosi linguaggio universale che travalica ogni confine culturale o personale.

Brigitta Rossetti ci fa "toccare stelle senza lato", aperte sull'universo, immagini di un'energia cosmica che tutto armonizza. E non importa se il segno si fa colore o se resta grafia indefinita e orientaleggiante, è la percezione di esso che conta, stimolando la nostra mente e comunicando sensazioni ed emozioni di un ricordo o di un fatto a lei fonte, conscia e inconscia, di qualcosa di universale. ediamo in rapida successione alcuni fotogrammi che, nei diversi temi, si ripetono nel carattere, nel taglio dello spazio, come un fondale di scena fisso.

Emergono apparenze riconoscibili come memorie oniriche e quasi musicali di un viaggio compiuto dentro la memoria di viaggi, in un procedimento freudiano applicato alla pittura. Quello di Brigitta Rossetti è un viaggio verso qualunque Oriente: un "dentro" che è dentro la pittura.

Nulla di descrittivo, di aneddotico, in lei, che punta comunque a rappresentare le essenze. E se queste continuamente sfuggono, la pittura continuamente le insegue, spostandosi all'infinito e spostando, di conseguenza, l'immagine.

 
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